Intercessioni che divengono miracoli e sanazioni. L’ennesimo Miracolo che avvicina i popoli. Manifestazioni inspiegabili

La storia fantastica di una tradizione nata nel 1650 del XVII secolo; quando il discendente Angolano1: schiavo, appartenente alla Confraternità del quartiere di Pachacamilla2; aveva affrescato sul muro della sua abitazione l’immagine di Cristo in croce; immagine che dopo fu conosciuta con diversi nomi: Cristo di Pachacamilla3, Cristo Moreno4, Signore dei terremoti, Cristo de las Nazarenas5 al “Signore dei Miracoli” di oggi; ma, non importa quanto tempo sia trascorso dagli inizi di fede; lo importante è la fede che ancora oggi esiste fra i cittadini, coinvolgendo l’affetto di tutti i suoi fedeli in vari paesi in tutto il mondo. Oggi la Confraternità a Perù è composta da circa cinquemila membri divisi in 20 gruppi, hanno l’incarico di sorreggere la lettiera in legno dell’immagine del Signore di 1500kg.

La storia che sconvolse l’umanità nel XVIIsecolo 6, a Perù; avvenimento di fede dello schiavo Angolano, membro della  Confraternità del quartiere di Pachacamilla che immortalò nel muro di casa l’immagine di Cristo; fatto che ci riporta indietro in quei anni; quando allo stesso tempo che il sismo distruggeva per l’ennesima volta le mure del quartiere della città di Lima inclusa la modesta abitazione in cui un abitante di colore anni fa aveva dipinto l’immagine del Signore dei miracoli, risparmiando un’altra volta, sorprendendo a suoi cittadini i quali  iniziarono a prestare fede e devozione, creando un tempietto di preghiere; in quell’occasione il fatto fu considerato miracoloso; ottenendo da essa guarigioni; decidendo di concretizzare una coppia in tela della pittura murale dell’immagine di Cristo in Croce che venne poi portata in corteo da suoi moltissimi fedeli. 

In riferimento a ciò, l’affresco di Cristo in Croce sopravvisse a successivi sismi, senza nessun danno. All’epoca fu continuamente proibito il culto, considerata manifestazione non consona dalle autorità all’epoca coloniale. La storia di culto nacque nel quartiere allora considerato di periferia, popolato da schiavi venuti dall’Africa: indigeni poveri e deportati da Pachacamac; popolazione considerata dalle autorità da frequenti scandali; le autorità d’allora fecero vari tentativi di cancellare l’immagine con la finalità di impedire i raduni di preghiere e la diffusione dell’immagine; causa di tale genere di cose. In un primo momento e dopo il seguito di fatti straordinari, fu revocata l’ordine di cancellare il dipinto. Papa Benedetto XIII nell’anno 1727, emette l’editto di riconoscimento per la venerazione. Venne eretta una piccola cappella, dopo un vero e proprio Tempio nel quartiere di Pachacamilla nell’antico Monastero delle Nazarene. 

I fedeli componenti della Confraternità del “Signore dei Miracoli” si organizzarono in gruppi per le dimostrazioni di fede; portando l’immagine in processione intorno alla cappella, costruendo dopo una zattera con al centro l’immagine di Cristo e in essa, Dio Padre, la Vergine Maria e María Maddalena che la ricordano nel “Monte del Calvario”; all’altro lato diessa è stata aggiunta Vergine delle Nubi, si pensa sia apparsa nel 1796. Oggi Signore dei Miracoli rimane nel monastero de las Nazarenas a Lima Perù. La commemorazione e il corteo è divenuta una tradizione peruviana; conosciuta nel mondo come il più grande e regolare corteo nel mondo. Nel 2010 il signore dei miracoli venne dichiarato ufficialmente patrono della Città; successivamente venne stabilita come pratica ufficiale il 28 d’ottobre di ogni anno; ma anche in altre quattro date durante le quale, visita gli ospedali, Palazzo del governo e al Comune di Lima e altre sedi importanti. 

L’ambiente mistico che accompagna l’Anda assieme a canti, preghiere, ed esortazioni a più raccoglimento e incoraggiando a seguire avanti! portando l’Anda; divenendo un paesaggio surreale e mistico: un mix di fede, devozione, e raccoglimento. Ed è nota la presenza di moltissime persone ammalate, altre esprimono gratitudine, ringraziano guarigioni e altri fatti straordinari accaduti come gli eventi di sanazioni e altro. La Confraternita cinquecentesca del “Signore dei Miracoli”, si istituì con l’approvazione ecclesiale; con mansioni differenti: gli uomini sono vestiti con abito viola e bianco, caricano la lettiera e iniziano il camino; accompagnano Cristo  “le donne saumatrici” portano con sé, incensieri d’argento che spandono profumo nell’ambiente, plasmando un senso mistico: organizzate in gruppi e turni, vestite rigorosamente con l’abito di colore viola con una corda bianca intorno alla vita e velo dello stesso colore. Inizialmente i gruppi erano, in media, circa un centinaio di membri incaricati della cappella, guidati da un caporale o maggiordomo, avevano un tavolo chiamato “ventiquattro”, per il numero di persone che componevano ogni gruppo. Oggi la Confraternità a Perù e composta da circa cinquemila membri divisi in 20 gruppi, hanno l’incarico di sorreggere la lettiera di 1500kg; sopra la quale si trova l’immagine del Signore. 

L’abito viola sono da ricercare nella congregazione, che risiedevano nelle vicinanze del quartiere Pachacamilla, che si assunsero il diritto di custodirlo e conservazione dell’immagine del Signore dei miracoli; soprattutto dopo che una delle suore ebbe una visione dell’immagine del Signore dei miracoli. La congregazione di suore si caratterizzano per l’utilizzo di un abito viola. Che dopo adottarono il colore per vestire l’immagine di Cristo in croce.

  1. Di nome Benito Dalcon Casta. Riff. Raul Porras Barrenechea, prestigioso studioso della storia peruviana.
  2. Prende il nome della città dove si realizzò il dipinto.
  3. Mary Rostworowski studiosa della storia peruviana, potrebbe essere relazionato all’antico culto al Dio Pachacamac o essere dipinta nel quartiere di Pachacamilla a Lima centro.
  4. L’immagine di pelle ambrata, che ci riportano ai primi fedeli, gli immigranti-schiavi africani: “Confraternita Angolana”.
  5. Prende questo il nome in relazione alla chiesa de las nazarenas. Luogo di culto del “Señor de los milagros”
  6. Anno (1650).

Elva Collao

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