Il coraggio della giustizia sociale, risiede nei diritti

«Sei miliardi. Sei miliardi di persone vivono sul nostro pianeta. Un pianeta così ricco e differente, un pianeta che ha permesso la sopravvivenza di miliardi e miliardi di esseri umani per migliaia di anni. Per alcuni è stata una vita di agiatezze e ricchezze, per molti e trascorsa nella povertà. Per alcuni è stata un’esistenza lunga e appagante, per altri è stata breve e talvolta brutale. Non la natura, ma alcuni esseri umani sono stati causa di schiavitù, sofferenza e privazioni di altri esseri umani» 1

Washington dovrebbe ammettere che negli Stati Uniti esiste un razzismo strutturale2:  anche l’Amministrazione Usa è stata invitata a “respingere e condannare inequivocabilmente e incondizionatamente le uccisioni motivate da ragioni razziali di afroamericani e altre minoranze”. Il Comitato ricorda inoltre di avere in precedenza raccomandato per i funzionari a livello federale, statale e locale un addestramento sistematico contro le discriminazioni.

«Oggi esiste un razzismo più sottile che associa un gruppo etnico specifico ad una specifica caratterizzazione. Invece nello studio del 1993 realizzato da Katz e Braly è stato prospettato che i neri e i bianchi detengono tutta una serie di stereotipi l’uno verso l’altro, per lo più assai negativi. Lo studio di Katz e Braly, infatti, ha anche scoperto che gli afroamericani e gli altri bianchi convalidano e considerano i tratti che li autoidentificano tra loro, siccome la comunicazione tra i due è minacciosa e interraziale, probabilmente riluttante, riservata e nascosta».3 

Il nome Cassius Clay è un nome da «schiavo». lo ha affermato varie volte all’opinione pubblica. Io non l’ho scelto e non lo voglio. «Io sono Muhammad Ali, un nome che significa libero». Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me. Per tutta la mia vita, non ho mai cercato vendetta contro coloro che mi hanno fatto male perché credo nel perdono. Ho praticato il perdono, proprio come voglio essere perdonato. Solo Dio sa cosa c’è nel cuore di una persona, le sue vere intenzioni. Egli vede e sente ogni cosa.

Da un’altra parte i gruppi sovranisti che nel passato inneggiavano alla difesa esagerata del proprio territorio e all’acquisizione della sovranità nazionale e i gruppi che hanno attecchito grazie alle proprie idee sulle origini della razza «ariana» si sono sostenuti con una forte elaborazione dell’ideale di razza superiore, dimostrando, attraverso intolleranze disumanizzanti, un vero rifiuto di tutto quello che loro consideravano “razza inferiore” e di qualunque atteggiamento che minacciasse la capacità di crescita della razza germanica, inneggiando alle radici di quest’ultima, fondate sugli ideali basate sulle teorie dell’epoca. 

L’Unesco, nella prima dichiarazione che esprime l’antirazzismo in «The Race Questión» (1950), afferma: “il fatto biologico della razza e il mito della razza vanno nettamente distinti. Per tutte le pratiche sociali con uno scopo ed un’intenzione razziale la razza non è tanto un fenomeno biologico quanto un autentico mito sociale: il mito della razza ha prodotto un’enorme quantità di danni umani e sociali; negli ultimi anni ha occupato pesantemente le coscienze umane e prodotto il dispiegarsi oppressivo nella stessa quotidianità della vita, causando sofferenze indicibili».

Il costrutto Pogrom (sommossa) ci fa tornare indietro nel tempo: dopo numerosi episodi avvenuti nel corso del medioevo e massacri perpetrati a Bohdan chmel’nyc’kyi nel Seicento e nell’Ottocento, diverse sommosse anti-ebraiche scoppiarono in Germania (dal 1830 al 1848): periodi cupi contro una etnia odiata da sempre. Ci sono moltissimi episodi di cui la storia è testimone, dei fatti accaduti per motivi futili e a causa della «accusa del sangue», spandendosi l’odio in vari Paesi. 

È il caso dell’Ungheria, a metà del XIX nel principato di Valacchia, poi nella Romania, arrivando al suo apice nel 1903 a Chişinău, dove 43 persone morirono, di cui 39 ebrei, 586 ferite, distrutte 1500 case. Gli ebrei perseguitati furono i capri espiatori del malcontento popolare. Con l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica, nel 1941, vi furono azioni punitive contro gli ebrei nei territori della Transnistria, Odessa4, occupati da truppe tedesche e rumene, che appoggiavano il regime comunista. È lunga la storia dei soprusi perpetrati contro queste popolazioni. Ne furono vittime uomini, donne, bambini, accusati di qualunque male ci fosse in quel momento storico; furono tormentati dalla paura, respinti da molti Stati, creando ostilità permanente.

Italiani brava gente, «Il ricordo apre le porte della memoria» con la frase «Pane e carbone», Gli stereotipi verso gli italiani furono vari da parte della opinione pubblica in generale e in particolare di quella belga e tedesca, che covavano un certo disprezzo nei confronti dei cittadini Italiani, a cui furono inflitti vari stereotipi dispregiativi; considerati «gli schiavi del carbone». Questo preconcetto nei confronti degli immigrati italiani venne parzialmente superato dopo l’8 agosto del 1956, giorno della «strage di Macinelli», e ci si resi conto che la crescita economica di un paese fu dovuta anche dalla forza lavoro degli italiani, dove molti italiani e belgi persero la vita, intrappolati nel più triste e grande disastro dallo sfruttamento dei giacimenti di minerali, (1956).

  1. Pierre Santè. Segretario Generale ONU. (1997).
  2. Comitato delle Nazioni Unite. (2020).
  3. Russo Long.  Sociology (2013).
  4. Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa (1995).

Elva Collao

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