L’arresto dell’economia globale ha dato il via a una crisi di molteplici dimensioni: Sociali ed Economiche

Lo scopo della ricchezza dei detentori dei capitali ha amplificato le differenze sociali, aumentando la disparità fra Paesi sviluppati e non, creando a sua volta un capitalismo ultra-liberale, con la conseguenza che la Cina avrà più spazio con il suo soft power1 , mentre gli Stati Uniti non perderanno il posto di potenza mondiale; il prezzo del petrolio farà entrare in crisi le economie della Russia e dell’Arabia Saudita; l’influenza del Daesh si rafforzerà in Siria e in Iraq2

L’economia ha trepidazioni, il corona virus ha attivato il rischio di una recessione globale, le chiusure totale o parziali stanno producendo i loro effetti sull’economia; mancando la fiducia, si spande il panico a livello mondiale, incrementando la disoccupazione dei lavoratori in tutto il mondo e preoccupando gli Stati. Molte imprese sono minacciate dalle ingenti perdite economiche, le attuali dinamiche rischiano di fare fallire le attività finanziarie e produttive in molti Paesi- Il commercio online a mandato in tilt sistema economico e produttivo a livello mondiale. Preoccupa la situazione dell’economia nei Paesi dove l’informalità lavorativa ha un’alta percentuale e contribuisce maggiormente all’occupazione nei Paesi in via di sviluppo: la produzione del reddito sarà perciò colpita in modo sproporzionato, trascinando nella crisi i lavoratori che non godono di protezione di base e della copertura della protezione sociale; a questi si sommano i lavoratori che percepiscono un reddito medio o basso, ledendo così un’alta percentuale di lavoratori già in povertà, e sarà maggiore il rischio per costoro di peggiorare la loro situazione. Inoltre, i lavoratori dell’economia informale che si trovano nelle aree urbane tendono a lavorare in settori economici che non solo comportano un alto rischio di infezione da virus, ma sono anche direttamente interessati dalle misure di contrasto e contenimento del virus. Questo aspetto riguarda coloro che riciclano i rifiuti, i venditori ambulanti e i camerieri, i lavoratori edili, i trasportatori e i lavoratori domestici.La pandemia come fonte di triplici crisi: «Abbiamo a che fare con almeno tre crisi provocate dal coronavirus e che ora si sovrappongono. Una crisi sanitaria pubblica, una crisi economica mondiale – che è già molto più evidente negli Stati Uniti, dove 40 milioni di persone sono diventate disoccupate nel giro di quattro settimane, che in Europa Occidentale – e una crisi politica, le cui forme sono ancora le meno evidenti».3 L’arresto dell’economia globale ha dato origine a una crisi di molteplici dimensioni di tipo sociale, economico, geopolitico. Molti governi hanno paralizzato l’economia nei loro Paesi, per affrontare il virus e ridurre il contagio, concentrando l’attenzione sui servizi medici rivolti ai cittadini. Fermando la produttività, si sono trovati in difficoltà economica, situazione irreversibile, provocando in parte la paralisi economica dei Paesi e dovendo quindi rivolgersi a prestiti esteri per ottenere le attrezzature mediche necessarie per affrontare le difficoltà sanitarie della popolazione. Molte aziende hanno chiuso le attività trovandosi in forte difficoltà; l’economia si ferma, non si produce e si rischia il collasso economico dei Paesi.La crisi odierna è un modello basato sull’Edonismo4(dal greco antico edonè5), una sorta di interdipendenza di mercato fra i vari poli industriali, i sistemi monetari e le multinazionali, creando così maggiori disuguaglianze: «Lo scopo della ricchezza dei detentori dei capitali ha amplificato le differenze sociali, aumentando la disparità fra Paesi sviluppati e non, creando a sua volta un capitalismo ultra-liberale, con la conseguenza che la Cina avrà più spazio con il suo soft power6, mentre gli Stati Uniti non perderanno il posto di potenza mondiale; il prezzo del petrolio farà entrare in crisi le economie della Russia e dell’Arabia Saudita; l’influenza del Daesh si rafforzerà in Siria e in Iraq».Le stime globali indicano una riduzione dell’orario del lavoro in alcuni settori della produzione; sono dimezzati i settori del commercio al dettaglio, degli alberghi e della ristorazione. Inoltre l’OIL stima la perdita annuale di circa 135 milioni di posti di lavoro; i giovani saranno i più esposti alla disoccupazione, ma tutto ciò dipenderà dall’evolversi della pandemia. La fotografia sociale ci presenta la gravità della situazione e la conseguente sofferenza per le popolazioni vulnerabili, ed è molto preoccupante. L’isolamento sta facendo pagare i costi della crisi in maniera disuguale e rischia di incidere fortemente sulla maggioranza delle popolazioni afflitte da forte povertà. Con un futuro in termini di sacrifici disuguali, chi non ha oggi, non avrà nulla domani, e il crollo della capacita produttiva porterà a un aumento delle disuguaglianze: si creerà così il distanziamento economico e sociale delle persone, e dove l’agiato sarà più facoltoso e il povero sopporterà la nuova povertà e sarà più povero.«Dalla pubblicazione della prima ‘Nota OIL COVID-19 e il mondo del lavoro, la pandemia del COVID-19 è accelerata ulteriormente in termini di intensità ed ha ampliato la sua portata a livello globale. Attualmente, le misure di chiusura totale o parziale stanno interessando quasi 2,7 miliardi di lavoratori, che rappresentano circa lʼ81% della forza lavoro mondiale. Nel contesto attuale, le imprese di diversi settori economici si trovano ad affrontare perdite rovinose che minacciano le operazioni commerciali e la solvibilità aziendale, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni. Milioni di lavoratori sono maggiormente vulnerabili alla perdita di reddito e al rischio di licenziamenti»7. «In sei settimane bruciati 30 milioni di posti di lavoro in Usa, con il tasso di disoccupazione che rischia di superare il 16%, toccando il massimo dal 1948. E le misure necessarie a contrastare l’epidemia hanno fatto esplodere l’indebitamento dei paesi emergenti, creando più povertà»8 Nei paesi emergenti il covid sta creato una crisi profonda sulle popolazioni e sulle economie, molte delle quali sono nel settore del mercato emergente. Le multinazionali guadagnano comunque, includono anche un elemento positivo, legato alle assunzioni che sono state eseguite nei settori dei commerci online, le case farmaceutiche, e le farmacie, anche in quelle zone di estrema povertà hanno ottenuto ricavi consistenti dai governi. Il lockdown, chiusura forzata delle attività economiche ce il rischio di una resezione, le economie ne risentono, mancando le fiducie si spande il panico a livello mondiale, la crescita drammatica della disoccupazione e devastante, specificamente in alcune comunità, dove molte piccole aziende non apriranno più, aumentano i lavori precari e le disoccupazioni. Ulteriormente la mancanza di disponibilità economica delle popolazioni aumenta il rischio di non avere da mettere cibo in tavola. Ci sono popolazioni che risentono la pandemia più delle altre, le differenze tra ricchi e poveri sono più accentuate. Nei paesi de economia solida la situazione dei lavoratori appare migliore, hanno l’opportunità di adeguamento alla situazione endemica, Ad esempio, «richiedere i sussidi di disoccupazione», una parte dei lavoratori hanno avuto la possibilità di lavorare in casa ecc. Contrariamente nei paesi in via di sviluppo i lavoratori dell’economia informale, molti di loro non godono della protezione di base, ossia, la copertura della assistenza sociale, sanitaria e misure di sostegno al reddito, in caso di crisi. In questi paesi il lavoro precario è molto diffuso, inoltre, lavorano in piccole aziende a conduzione familiare che si trovano a rischio di chiusure e molte sono già chiuse. La pandemia ha creato grandissime perdite economiche anche nel settore turistico, soprattutto in paesi dipendenti dal turismo.

  1. Soft power: letteralmente, ‘potere morbido’.
  2. Nassima Ouhad-Alathamneh, prof.ssa di Economia all’Università Paris.
  3. Thomas Zimmer. Ricercatore All’Università di Friburgo in Brisgovia – Germania. (17-06-2020).
  4. Edonismo: Principio economico e sociale, secondo il quale l’obiettivo di ogni attività sistematica umana è soddisfare molte esigenze con poche risorse.
  5. Edonè: Dal Greco Antico. Piacere come bene sommo dell’uomo e il suo seguire esclusivo della vita.
  6. Soft power
  7. ILO Monitor: COVID-19 and the world of work.
  8. AGI. (04/05/2020)

Elva Collao

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