Il valore delle “Sfide degli eventi nel corso della vita” affrontate dalla precoce maturazione e l’adattamento ai cambiamenti.

Nella storia, con il passare degli anni, molte persone nel mondo hanno contestato e rifiutato le disuguaglianze reclamando i diritti. In vari paesi del mondo nei quali i diritti sono stati trascurati la popolazione ha sofferto, soprattutto “nei casi in cui alcuni diritti vengono dopo gli altri diritti”, in base alle tradizioni esistenti in quel contesto, derivanti dalla mancanza di rispetto dei diritti fondamentali degli esseri umani, e del diritto di uguaglianza tra “uomini e donne”. Si tratta di discriminazioni che si manifestano fin dalla nascita e che poi permangono durante tutto il corso della vita delle persone soggette a tali discriminazioni, e sono dunque condannate a vivere in una situazione di svantaggio.

Nei poverissimi quartieri delle periferie dove tantissime donne, uomini e bambini passavano la maggior parte della giornata senza speranza di cambiamento, vivere in ristrettezze estreme è la norma. Dopo tante disavventure vissute, Flora Tristán ben presto conquista la consapevolezza di sé, del controllo delle proprie decisioni, che le consentono di fare riferimento alla sua esperienza e al suo vissuto in prima persona; tale svolta le ha permesso di imbattersi in altre realtà e confrontarle con le diverse e difficilissime realtà esistenti nei diversi contesti da lei visitati, sia nei paesi europei che in Perù e in altri paesi della zona, luogo d’origine dei suoi antenati. Spinta dagli ideali della sua personalità, esamina una realtà sudamericana che appariva appartenere al passato, rispetto allo sviluppo delle società europee d’allora. Le disparità sociali, l’aperta discriminazione della società peruviana le aprirono un panorama realistico e critico della realtà sudamericana. Venne anche a conoscenza di alcune donne chiamate “las rabonas”, il cui ruolo fu indispensabile, in quell’epoca storica. Si trattava di donne “valorose e senza riconoscimento”, ricostruendone le vicende descrisse nell’opera “Peregrinazioni di una paria”. 

La bravura, la caparbietà e la capacità di riflettere sui diversi contesti le permettono di partecipare al processo di emancipazione delle persone bisognose, da aiutare a uscire progressivamente dalla “condizione di povertà in cui si trovavano”: soprattutto i lavoratori delle fabbriche e dell’industria di allora. Studia le risorse del contesto, conducendo un’efficace analisi della realtà effettiva, al fine del raggiungimento degli obiettivi e della realizzazione personale dei gruppi e dei singoli verso cui furono indirizzate le azioni per un vero e proprio cambiamento e per un miglioramento della loro qualità di vita. 

Nella società peruviana, Flora Tristán trova delle eccezioni, ed è il caso di una donna che poteva essere ammirata anche dalle donne di altri continenti. Si tratta di una donna di classe medio-alta che, senza godere di una perfetta parità con gli uomini, godeva di un’ampia libertà. A Lima conosce infatti Francisca Zubiaga y Bernales, sposa dell’allora presidente del Perù Agustín Gamarra. Si tratta di una donna energica, decisa e valorosa, che partecipò personalmente alle guerre civili in Perù, guidando le truppe in combattimento. La chiamavano la “Mariscala o Donna Pancha”, e da sempre aveva dimostrato una particolare capacità nelle decisioni e negli incarichi di governo; molte volte si sostituì al marito nelle campagne militari.

Con le sue idee, anticipa altri scrittori e analisti della società dell’epoca, soprattutto dopo avere visto altre realtà esistenti così diverse da quella peruviana, e avendo compreso che l’identità culturale di un paese coincide con la libertà di “essere e di vivere” con rispetto e dignità, sostenendo che «l’universalismo trascende la diversità». Pensando a un mondo senza barriere, elabora una prima nozione di giustizia sociale volta al miglioramento delle condizioni e della qualità della vita dei lavoratori, «sviluppa la rete tra l’organizzazione e le agenzie sul territorio», attivando una «organizzazione dei lavoratori» con la finalità di proteggere loro e le loro famiglie, e fare sì che abbiano una vita più dignitosa. Dopo varie azioni volte al cambiamento delle condizioni lavorative, diede avvio ad azioni volte all’annullamento, almeno in parte, delle condizioni di helplessness1 in cui vivevano i lavoratori. Favorendo il sentimento della Hopefullness2 e raccogliendo le reazioni dei lavoratori, riesce ad analizzare i successi e gli insuccessi di questo approccio, elaborando altre possibilità e modi d’accettazione ai fini di individuare obiettivi e proposte per la formazione di nuovi gruppi, con la finalità di battersi per conseguire risultati positivi nella direzione del cambiamento, sapendo che c’era ancora molto da fare in futuro. «Tuttavia riflette sulla necessità di avere in parlamento una figura volta alla difesa del popolo», prendendo in considerazione il presentare iniziative legislative come le «riforme per un diritto al lavoro per tutti e la garanzia di un salario dignitoso». 

Al suo rientro a Parigi, in seguito alla visone della realtà delle maggioranze riscontrata in Perù e avendo conosciuto come funzionavano i “sistemi che rendevano le persone indigene in uno stato di quasi schiavitù”, decise di proporre alle istituzioni a Parigi la pubblicazione di un lavoro diretto alla «creazione di  una società di mutuo soccorso per le donne straniere che si trovavano in difficoltà»3; il primo capitolo di un libro successivo, intitolato «Il Convento di Arequipa» apparve nel 1836 nella «Revue de Paris». Dopo due anni pubblica, in due volumi, «Le peregrinazioni di una Paria»4. Il riferimento alla parola “Paria” si spiega sia perché la famiglia del padre la respinge come figlia naturale e la dichiara figlia illegittima, esclusa come tale da ogni diritto, sia perché cerca di affermarsi come donna indipendente, rifiutando ogni tipo di legame forzato con il marito, esprimendo libertà di scelta e invocando il divorzio come un bisogno naturale e libera scelta delle donne.

  1. Maier e Seligman (1966). Sconforto di essere indifeso, con il timore esercitato da altri, che l’ignoranza e le illazioni tendono a generalizzare.
  2. Zimmerman (1990). Traguardo da raggiungere con le acquisizioni di fiducia, controllo e positive aspettative riguardo al futuro.
  3. L’opuscolo “Nécessitè de faire un bon accueil aux femmes éTrasgères” (1835).
  4. Les pèrégrinations d’une Paria”, “Le peregrinazioni di una paria” (1838).

Elva Collao

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