Nell’arco dorato della Chinatown di Lima, si legge: «Sotto il cielo azzurro, tutti siamo uguali»

Dal meticciato della cucina peruviana, all’influenza della cucina Cinese-Cantonese; dal «Chi-Fan» si creò il «Chifa», che oggi risulta parte dell’arte culinaria tipica del Perù. Diversità che sono un piacere del palato. Tipico cibo i cui ingredienti fanno del “Chi fan” un vero e autentico cibo del Perù: dall’anatra, al maiale, uova di quaglia, mais viola, il “Tofu Mao” ripieno con “aragosta” e huacatay – wakatay 1, preparato con delle verdure particolari, oltre che riso e quinoa; pollo, pesce, crostacei: un vero inno al palato. Per completare cosa ne pensate, come dessert, di una «Coppa Litchi»2, o del cocktail «Pisco Sour»3, originario del Perù, dichiarata bevanda nazionale del Perù conosciuta oltre oceano.

La cucina peruviana, che incanta, gode dell’apprezzamento degli autoctoni e dei turisti di tutto il mondo che la degustano. La scelta tra le pietanze è infinita, soprattutto perché sono state arricchite dalle varie influenze: quella locale precolombiana, quella amazzonica, quella spagnola, quella latinoamericana, nonché quelle africana, francese, italiana, e quelle provenienti da oltreoceano, come quella giapponese e quella cinese di Guangdong – Canton. Quest’ultima è chiamata «Chi-Fan», che in spagnolo ha il nome di «Chifa», cucina introdotta dai cantonesi arrivati in Perù nell’800. Le combinazioni degli ingredienti della cucina peruviana e di quella cantonese «Chi-Fan» produssero nuove pietanze, con nuovi sapori; motivo per cui il «Chifa» non può essere considerato quale cucina cinese, come è invece solitamente intesa in varie parti del mondo, perché con quest’ultima ha poco in comune. 

Nata in America Latina più di 150 anni fa, introdotta dai primi cinesi giunti in Perù, provenienti dai villaggi periferici più poveri, venuti come schiavi a lavorare nelle aziende peruviane, compiendo i lavori più umili e pesanti. Dopo l’indipendenza peruviana, e dalla fine della Guerra del Pacifico, i discendenti si stabilirono nell’allora periferia a Lima, dove aprirono piccole botteghe: pulperíe4, negozi di vendita di cibo, tavole calde, e, per conservare le tradizioni culinarie, ci fu un inserimento della cucina cinese: il «Chifa», appunto, nome derivante dal cinese «chi-fan» che significa «mangiare risso», e nel linguaggio parlato diventò «Chifa» (Cifa in italiano). Da allora si creò un forte legame con la cucina cantonese, ma questa pietanza assunse caratteristiche diverse, divenendo un nuovo «Chin-Fan»: un’intesa tra l’arte culinaria creolo-peruviana e gli elementi culinari tipici del Chi-Fan, ossia un mix d’ingredienti peculiari e tipici del Perù. Storicamente si deduce che il primo ristorante-trattoria fu aperto nel 1921. Ma oggi potete trovare nuovi e moderni ristoranti molto conosciuti dell’arte culinaria peruviana, un miscuglio particolare per i palati più esigenti. 

La rinascita della Chinatown di Lima, o il «Barrio Cinese», si ha a partire dagli anni ’70. Da allora si è convertita in una risorsa fiorente; con il recupero della zona si costruì, all’ingresso della Calle «Capon», un «arco dorato», dove si può leggere: «Sotto il cielo azzurro, tutti siamo uguali». Un dono dei discendenti dei primi immigrati venuti nella ricerca di una vita migliore. Anni dopo, nel 1999, per la celebrazione dei 150 anni di immigrazione cinese, fu rimodellato e convertito in un nuovo centro commerciale pedonale, con l’ideogramma significante Double Happiness, o Double Happy5, abbellito con 30.000 mattoni rossi e con i segni tradizionali della cultura cinese e sovrastato da diversi panelli che raffigurano gli animali dello zodiaco. Inoltre, intenso è il programma delle attività culturali e in occasione delle feste tradizionali come il «Capodanno Cinese» e il «Mid-Autumn Festival»6, che è lo stesso giorno della giornata nazionale cinese ed è molto conosciuto dalla popolazione peruviana. L’influenza dell’arte culinaria cinese nella cucina peruviana si evince con la presenza di moltissimi centri di ristorazione: Lima vanta 6000 ristoranti cinesi «Chi-Fan», conosciuti come «Chifa». Ma nei giorni di celebrazione delle principali festività, nell’arco di tempo di una quarantina di giorni, così collegandosi il capodanno cinese al “festival della primavera”, sono oltre due miliardi i cinesi che intraprendono il viaggio, con ogni mezzo, dalla madre patria e dalle diaspore, e viceversa7.

  1. Huacatay o Wakatay: lingua quechua. Conosciuta come “menta nera”, erba spontanea, originaria della Bolivia e del Perù. Cresce allo stato selvatico.
  2. Litchi, detta anche ciliegia della Cina. È un cocktail analcolico.
  3. Il Pisco Sour, bevanda nazionale tipica del Perù, si festeggia il primo sabato di febbraio.
  4.  Botteghe artigianali, o trattorie a conduzione familiare.
  5.  Ornamento tradizionale cinese, venne utilizzato comunemente come simbolo decorativo del matrimonio.
  6. Il Mid-Autumn Festival. Si realizza il 15°giorno dell’ottavo mese del calendario cinese, a settembre o agli inizi di ottobre del calendario gregoriano. Festa pubblica solitamente legata con la festa nazionale.
  7.  Rif. Avvenire.

Elva Collao

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