La discriminazione è endemica tra gli adolescenti latinoamericani e non solo

In un paese latinoamericano, si realizzò un esperimento sociologico attraverso un annuncio fittizio in un giornale: “Il sociologo scrisse due lettere con lo stesso contenuto agli albergatori, chiedendo di riservare una stanza, sempre per la medesima data. Una lettera fu firmata «Mr. Karl» (inglese) e l’altra «Sig. José Ciriaco». I risultati furono l’accettazione per Mr. Karl del 95%. Mentre per il Sig. Ciriaco solo del 36%».

Le discriminazioni etniche costituiscono una politica attuata in alcuni Paesi con popolazioni miste e nei confronti delle persone che talvolta rappresentano la maggioranza, o che hanno una particolare origine etnica, negando loro alcuni diritti, imponendone indirettamente talvolta la segregazione in ghetti e respingendo ogni possibilità di aspirazione alla mobilità sociale. Infatti, nella maggior parte delle popolazioni le discriminazioni sono parte del background familiare: dal momento in cui scegliamo il quartiere dove vivere domandiamo infatti chi sono i vicini; e poi hanno rilevanza le scuole dove fare studiare ai nostri figli e il lavoro che scegliamo da fare. La discriminazione ha anche una base economica ed è influenza da tutto il contesto: il che include anche i prezzi diversi praticati dai negozianti sullo stesso bene a seconda delle caratteristiche dei clienti.

Un esempio evidente è la sensazionale attività del giovane che fa impazzire le reti sociali giovanili di tutta l’America Latina. Andrés mostra, in modo originale, un mondo sconosciuto per molti di loro, e numerose persone incominciarono a seguire i suoi filmati, raggiungendo moltissimi follower, ovvero più di 400 mila in breve tempo. Molti dei suoi seguaci sono però contestatori nei confronti di Andrés per le sue origini Andine.

«Dalla campagna alla fama». Infatti, la discriminazione endemica in America Latina continua a colpire; non importa quanti anni siano passati dall’arrivo delle popolazioni europee in America Latina, facendo dello sbiancamento un pensiero radicato nella società e così creando discriminazioni. Si tratta di idee che ancora oggi continuano a trascinare le popolazioni giovanili nella stessa via della diversità discriminatoria, che perdura da moltissimi anni. Tuttavia, sono in corso cambiamenti per una relazione di uguaglianza tra loro: Il lockdown forzato ha messo in evidenza le discriminazioni esistenti, e molti gruppi della popolazione discriminano altri discriminati. È il caso del giovane universitario peruviano, Andrés S., di 21 anni di età, che in poco tempo è diventato una «star del web». Nato a Cusco, lasciò volontariamente gli studi universitari d’ingegneria durante il periodo della pandemia e decise di passare la quarantena disposta dal governo centrale del Perù nella sua lontana comunità immersa nell’entroterra andino. Decise di fare conoscere al pubblico le sue usanze di agricoltore1, che svolgeva tutti i giorni nell’entroterra della campagna assieme alla sua famiglia nella lontana comunità del distretto di Kunturkanki-Vilcabamba- Canas-Cusco. 

Nei suoi filmati spiega la sua passione per i lavori di campagna, facendo vedere ciascun passaggio dell’attività di agricoltore e mostrando con orgoglio la semplicità della vita in campagna, orgoglioso delle sue radici e valorizzando la propria cultura. Egli mostra, in modo originale, un mondo sconosciuto per molti giovani delle grandi città, dove i suoi filmati sono seguiti da numerose persone. Ma il razzismo endemico fa vedere il lato negativo e dispregiativo, nonché le discriminazioni verso le persone di origine andina, o che vivono all’interno del Perù. Sono moltissimi i commenti positivi mossi dalla curiosità, ma vi sono altrettanti commenti dispregiativi, nonché domande discriminatorie formulate da altri giovani nati nelle grandi città latinoamericane. Alcuni si fanno avanti con delle domande inopportune e discriminatorie, molto arbitrarie: ¿Es verdad que internet llega a tu cerrito?2 Ecc.

Inoltre ha dichiarato che per arrivare alla sua comunità occorre un viaggio di sei ore, partendo dalla città di Cusco, a più di 4.000 metri sul livello del mare. Ci «riferisce che moltissimi giovani si vergognano del posto che li vide nascere e che a lui dicono serrano’», «ma non è un termine a me strano, dato che sono nato nella ‘sierra’, e sono orgoglioso delle mie radici. E soprattutto, vivere con poche risorse economiche per noi è normale, perché si può anche vivere della terra e dagli animali allevati da te; l’unico problema è il freddo, ma il tuo corpo si abitua e puoi vivere tranquillamente».

  1. Nelle zone andine è tradizione realizzare i lavori di tipo comunitario in famiglia.
  2.  È vero che internet arriva fino alla tua montagna?

Elva Collao

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