Moltissimi fatti storici e quando il “gioco si fa duro” documentano il coraggio di molte donne, patriote, anonime in tutta l’America latina

L’altruismo confluisce nella finalità di sostegno e di solidarietà: “Las Rabonas”, donne valorose, correvano gli stessi pericoli, ed erano spose che accompagnavano i mariti, prestavano assistenza volontaria essenziale ai caduti nei conflitti dell’emancipazione latinoamericana. L’espressione “Las Rabonas” nasconde i nomi di moltissime donne eroine, patriote divenute anonime. Flora Tristan le descrisse come: “vivandiere o commercianti di provviste”. L’espressione è utilizzata anche nella Francia napoleonica per far riferimento alle donne “armate di coraggio che pativano le maggiori fatiche”; “sistemavano sui muli i pentoloni”; “portavano con sé i bambini”; “scalavano i monti coperti di neve”; “cercavano provviste ovunque”. Moltissimi altri americanismi furono utilizzati in altri paesi dell’America latina.

Il passato di un paese sarà importante nel presente e ci renderà saggi nel futuro. La nostra storia ci insegna a essere più razionali più orgogliosi del nostro passato, che è parte della nostra vita. Il riconoscere le persone che in un modo o in un altro hanno compiuto atti eroici ci farà ancora più orgogliosi di essere cittadini, ma ci rendiamo conto che quel passato ha seppellito i nomi di alcuni, uomini e donne che, in silenzio, si misero al servizio della patria in momenti di criticità, e passarono alla storia senza alcun riconoscimento del loro valore. “I ricordi aprono la porta della memoria”. Infatti, il ricordare, il riflettere sul nostro passato, ci fa saggi, e ci rendiamo conto che ci sono moltissimi fatti accaduti che non hanno avuto il riconoscimento dovuto, come il coraggio di molte donne nel mondo, che, nel caso latinoamericano, diedero un aiuto fondamentale nel momento giusto ai soldati in guerra nella difesa dei paesi in conflitto. Molte donne erano spose che accompagnavano i mariti, altre che prestavano assistenza ai soldati caduti in guerra, curando le loro ferite. Le loro azioni furono svolte in maniera “tanto volontaria quanto essenziale”, nelle guerre di emancipazione latinoamericana; il loro oblio fu segno della società maschilista del tempo. Queste donne erano “non legittimate”, “angeli del focolaio”, per usare un termine europeo nel designare i compiti che ebbero le donne da sempre e durante la crisi che colpì i paesi. Ma, all’epoca dei conflitti nella regione latinoamericana, molte donne si unirono all’esercito portando conforto a donne, uomini, bambini, vedove e prestarono assistenza ai caduti in guerra; oltre che a continuare ad accudire i figli, le persone anziane in famiglia, lavorando la terra, molte donne seguirono i mariti negli spostamenti nei luoghi di scontro, assistendoli e curandone le ferite, portando le vivande per sfamargli e l’acqua per calmarne la sete ecc. 

Le società tradizionaliste, creano in sé uno stereotipo al quale è difficile sottrarsi. Le donne di cui stiamo parlando presero nomi diversi, in base al paese di appartenenza. Nel caso peruviano, “Las Rabonas”, americanismo, derivante dal comune parlare dalle società (allora era inconcepibile pensare che le donne potessero essere insieme agli uomini, pensiero discrepante per l’epoca, motivo per cui si prediligevano aggettivi diversi, per dimostrare le discrepanze esistenti nelle società tradizionaliste). L’espressione “Las Rabonas1 fu utilizzata per designare gruppi di donne che svolgevano un ruolo importante in tutta la regione nei conflitti civili; infatti, la loro presenza nasconde i nomi di moltissime donne che furono ignorate dalla storia. In alcuni casi furono riconosciute come “gruppo di donne con il nome quasi discriminatorio Las Rabonas”, poiché dai racconti si apprende che accompagnavano gli eserciti, ma erano considerate in una posizione secondaria rispetto agli uomini, risultato del vivere in una società conservatrice, all’epoca, creandosi così stereotipi e una marcata diversità rispetto ai modelli considerati normali. Il sistema patriarcale, che fu il sistema diffuso in moltissimi paesi nel mondo; ossia “connaturate” nelle società d’allora. Inoltre ci sono altri significati riferiti ad esempio a diversi animali di brutto aspetto: la parola rabón in America latina si dice al cavallo che non ha coda.

Furono vari i personaggi dell’epoca che descrissero queste donne come silenziose. Esse intraprendevano la sfida come un dovere civico e morale, e al passo dell’esercito si univano portando sulle spalle tutto il necessario per preparare i cibi, servivano i mariti, preparavano le uniformi. Negli scontri le donne soccorrevano i feriti collaborando con i servizi di soccorso, mitigando le sofferenze in generale; allora era usuale nelle donne della zona l’accompagnare le truppe nei conflitti del XIX secolo; ma la loro posizione era in fondo alle colonne dei gruppi, ossia in fondo alle truppe, anche come protezioni dello essere donne. Le rappresentavano senza la bellissima treccia che caratterizza le donne andine, che ne vantava e vanta l’orgoglio della bellezza dei loro capelli, e nell’intento di dissuaderle dall’assumere il ruolo di donne in servizio, le rappresentavano spesso di brutte e grossolane sembianze; ossia senza la grazia che invece le caratterizza. Organizzate in gruppi, ognuna portava sulle spalle un enorme manto annodato sul davanti al petto, in cui portavano alcune provviste, utensili da cucina e altri strumenti che servivano per il lungo viaggio. Ma non furono solo donne comuni e del popolo; la storia ci riferisce la presenza di altre donne che, per l’importanza del loro ruolo quali spose di rappresentanti di governo, affettuosamente chiamate “Mamay Grande”, hanno rappresentato l’emancipazione femminile dell’epoca. Donna energiche e decise che Flora Tristan incontra nel suo studio in Perù.

Scrittori e storici come J. Basadre, Pablo Macera e Manuel Anastasio Fuentes2 nei loro scritti riconobbero l’importanza della presenza e le funzioni che svolgevano queste donne. Flora Tristan (1830) ne parlò in “Peregrinazioni di una paria”, opera nella quale le descrisse come donne valorose, chiamate anche “vivandiere o commercianti di provviste”, espressione adoperata nella Francia napoleonica in riferimento alle donne che accompagnavano l’esercito francese. Erano donne che, oltre a essere coraggiose, erano spose e madri, affrontando gli stessi pericoli degli uomini e sopportando maggiori fatiche. Altri personaggi le rappresentarono in vari dipinti storici e grafici dell’epoca. Si tratta di artisti di grande rilievo come Pancho Fierro3, noto documentatore peruviano delle usanze dell’epoca, Leone Angrand (francese), Ramon Muñiz (spagnolo): quest’ultimo le rappresentò nella magnifica opera “El Repase”4.

  1.  Considerate distinte, in seguito a un giudizio o a una classificazione verso il basso.
  2. M. A. Fuentes, nel suo libro, fa riferimento a Las Rabonas con il titolo: “Soldati e Rabonas”, “Il complemento necessario del soldato peruviano, senza il quale non avrebbe né resinazione né valore”.
  3. Vedere in Lima criolla.
  4. Wikipedia

Elva Collao

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