La trasformazione della digitalizzazione «uguale per tutti» nella gestione della conoscenza

La disuguaglianza nella adeguata fornitura della rete digitale separa il divario che c’è tra chi ha accesso adeguato alla rete telematica e chi non l’ha, vedendosi così a trovare in condizioni di esclusione sociale ed escluso dalle conoscenze, dalla formazione, dagli apprendimenti “uguali per tutti”, in considerazione del rispetto dell’uguaglianza che offre la cultura globalizzata odierna.

«Sono condizioni che derivano dalla diseguale distribuzione dei vantaggi della società digitale, con danni socio-economici e culturali per chi è appartenente a un ceto sociale già svantaggiato, entrando in un circolo vizioso, creato dalle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie, rimanendo indietro rispetto agli altri che hanno ampia opportunità di interagire nel web».

I molteplici complessi tecnologici di pratiche attorno ai quali si costruiscono i saperi mediali attuali, nonché l’utilizzo di strumenti di “valore dei contenuti delle reti telematiche che offre il network”, permettono di  creare relazioni con l’obiettivo fondamentale del comunicare con gli altri, costruendo molteplici relazioni positive e interazioni con persone vicine a noi, nel contesto, fuori dal contesto o nel gruppo e fuori dei gruppi, pensando ai traguardi raggiungibili a livello multimediale, tanto nazionale quanto intercontinentale. Oggi la velocità con cui la digitalizzazione procede è di norma più veloce rispetto i tradizionali mezzi di partecipazione e comunicazione che permettono «l’agire e interagire» con i principali mezzi di comunicazione, qui e ora: YouTube, Radio, TV, Cellulare, Computer, la messaggistica, attraverso le immagini, i suoni, i simboli. ecc.; il tutto «on demand»1, «slacciato dal tempo e del luogo». La rete telematica internazionale è appunto diventata il “macro raccoglitore e contenitore” del flusso di notizie di vari tipi e da vari luoghi nel mondo, incoraggiando il dibattito sul distacco dei singoli di una comunità e avviandosi verso una comunità parallela, ossia lo «Skill»2, “compresenti”, tutte attività avviate dalle comunicazioni, che vanno dal particolare-singolare al globale, attraverso contenuti di informazioni più intensi in quanto a quantità di comunicazioni e celerità di tempo, tradotti in moltissime lingue, di cui moltissime popolazioni nel mondo fa uso. Diventano così un’opportunità importantissima per le conoscenze nel mondo globalizzato, interessando moltissime persone. 

Il panorama si presenta multiforme nella sua struttura e sarà necessario tenere conto della complessità della comunicazione, del tipo di attività e delle loro specificità effettive e positive per l’interesse personale e di gruppo. Infatti, i gruppi a bassa scolarizzazione e di differente capacità nelle strutture cognitive, circoscritte e limitate ad alcuni gruppi, mostrano lo svantaggio davanti all’avanzamento tecnologico, soprattutto in base alla celerità della acquisizione di nozioni e delle comunicazioni, «qui» e «ora»; la comunicazione digitale e la globalizzazione di massa, infatti, sono messe in discussione, e ciò è dovuto alla diversa capacità delle persone e alla “fattibilità di utilizzo delle reti globale trainanti”, che rischiano di sviluppare differenze conoscitive negli individui svantaggiati del mondo globalizzato, differenze imposte dai divari sociali ed economici tra gli uni e gli , nelle società e nei contesti circoscritti; ossia le periferie, dove si crea «povertà educativa». In questo modo si può osservare come le “diversità nelle popolazioni”, nei gruppi e nei singoli, hanno in misura minore la possibilità e l’opportunità di raggiungere gli apprendimenti e le conoscenze dei più avvantaggiati. In questo contesto le comunicazioni globalizzate possono creare: ansie, depressioni, sfiducia, dando avvio al «conformismo» in alcune collettività e molte volte l’abbandono scolastico. 

In realtà, non è più sostenibile che oggi a scuola, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, moltissimi giovani non possano utilizzare il digitale nelle interazioni: per apprendere, comunicare, e soprattutto per la didattica, gli stessi strumenti con i quali sono cresciuti e attraverso i quali hanno incominciato a costruire le proprie relazioni personali, le acquisizioni di nozioni, hanno ampliato la loro cultura, che li porta all’adeguatezza dell’attuale interagire e agire relazionale con il mondo delle conoscenze.

Infatti, l’accesso alla tecnologia può risolvere il problema delle disuguaglianze, della libertà di relazione e anche di appartenenza alla comunità di cui si è parte. Rispetto ai problemi delle disuguaglianze, nonché dell’educazione e dell’apprendimento, è fondamentale l’accesso a una connessione diffusa e consapevole per tutti. Il connettersi nel momento in cui esistano ragioni per farlo, con la dovuta autonomia, ma soprattutto prestando attenzione ai dati della quantità e della qualità, nonché alla diffusione della connessione delle reti, auspicando di raggiungerle dal livello globale, nazionale, regionale, di comunità e famigliare, è un aspetto fondamentale per uno sviluppo tecnologico consapevole e giusto. Monitorare le connessioni, affinché siano effettive in quantità e qualità tecnologiche e socialmente diffuse, e quindi capaci di raggiungere davvero tutti, è un mezzo efficace e anzi indispensabile per accorciare le disuguaglianze fra i ragazzi delle periferie che soffrono di povertà educativa nei paesi sviluppati e non solo.

  1. Su richiesta.
  2. Il fare più cose contemporaneamente.

Elva Collao

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